Al giorno d’oggi, cause crisi finanziarie e tante problematiche spesso e volentieri legate alla perdita del lavoro, si può rendere necessaria la vendita di oggetti preziosi e altri cimeli che fanno parte della propria famiglia, in maniera tale da ottenere un po’ di soldi da poter reinvestire per soddisfare le esigenze quotidiane in ambito familiare.
Detto questo, si sono diffusi sempre più spesso appositi negozi, come i compro argento, che permettono di portare a termine delle compravendite per la cessione di tali oggetti preziosi in cambio di un corrispettivo in denaro, in modo sicuro e tutelato.
Le regole da rispettare nel corso della compravendita
La vendita di un oggetto prezioso, qualunque sia il materiale, porta con sé una serie di attenzioni che bisogna inevitabilmente rivolgere alla compravendita. Questo tipo di negozi, infatti, possono essere aperti al pubblico solo ed esclusivamente nel caso in cui abbiano ottenuto la specifica licenza, che viene di solito rilasciata da parte della Questura della città in cui è presente fisicamente il negozio.
Stiamo parlando di un requisito fondamentale, dal momento che senza di esso, il negozio non può esercitare la sua attività in modo legale. Quindi, ci sono delle regole ben salde che devono essere rispettate da parte dell’esercente. Ad esempio, la registrazione della transazione è un’operazione che deve essere sempre eseguita, anche nel caso in cui l’importo della compravendita sia ridotto all’osso.
Nella registrazione della transazione devono essere immesse tutte le caratteristiche che si riferiscono agli oggetti che sono stati venduti, ma anche il loro peso. Non solo, visto che il negozio del compro argento deve chiedere al cliente sempre il documento di identità e il codice fiscale. Tali dati, infatti, devono essere annotati all’interno di una specifica sezione del registro. Si tratta di due documenti fondamentali, dal momento che, per fare in modo di salvaguardare la trasparenza di tale procedura, serve sempre verificare che il cliente abbia compiuto la maggiore età.
Importantissime anche altre due operazioni. La prima è quella che riguarda il rilascio al cliente della ricevuta che riguarda l’avvenuta transazione. L’obbligatorietà di tale aspetto è sancita anche da parte di un decreto, ma anche in precedenza era una regola ben diffusa e rispettata.
Fondamentale anche che venga rispettato il periodo di fermo, che è pari a 10 giorni. In base alle previsioni di legge, i gioielli e tutti gli altri prodotti che sono stati oggetto della vendita, devono rimanere nel negozio per 10 giorni. Prima di tutto, si garantisce e tutela il diritto al ripensamento da parte del venditore, che così può tornare, entro i giorni previsti, e riprendersi l’oggetto o gli oggetti venduti, restituendo il corrispettivo in denaro ricevuto. Al tempo stesso, l’altro obiettivo è quello di permettere alle autorità competenti di svolgere tutti i vari controlli previsti dalla normativa, cercando di accertare che non si tratta di proventi di furti o rapine.
Controllare se i prezzi sono esposti
È importante mettere in evidenza come una delle attività da svolgere sia quella di andare a verificare se il negozio presenta dei cartelli posti all’esterno con dei prezzi che sono ben evidenti ed esposti. Nel caso, uno degli accorgimenti da mettere in atto è quello di andare alla ricerca di quelle piccole note che possono senz’altro dare una mano a comprendere se il valore di acquisto non è legato al 18 carati oppure al 24 carati, che viene chiamato anche oro puro, mentre in altri casi si parla dell’oro in permuta.Ci sono tre suggerimenti che possono tornare utili in fase di gestione della trattativa. Il primo è quello di effettuare una valutazione del proprio argento, poi richiedere quale sia il peso e, infine, chiedere qual’è la quotazione dell’argento al grammo.